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Archivio di Stato di Mantova

Complesso della Ss. Trinità, sec. XX
ASMn, Archivio fotografico Giovetti, A04301.


Sede e storia dell'Istituto

L’Archivio di Stato di Mantova fu istituto con regio ecreto n. 4511 del 24 luglio 1868, atto con cui il Ministero della Pubblica Istruzione, all’epoca Ministero di riferimento per l’amministrazione di una parte degli Archivi di Stato italiani, approvò il “ruolo degli impiegati dell’Archivio di Mantova”, in servizio presso il dissolto Archivio governativo nato nel 1786 durante la dominazione asburgica della provincia mantovana. L’Istituto raccolse la documentazione di pertinenza degli organi amministravi e giudiziari insistenti nel territorio mantovano a partire dal 1787, accogliendo inoltre la documentazione degli uffici periferici statali della provincia non più utilizzata per la gestione degli affari correnti. La sede dell’Istituto al momento dell’erezione rimase la medesima dell’Archivio governativo, ovvero il Castello di San Giorgio, fino al trasferimento in via Ardigò presso l’ex collegio gesuitico negli anni ’10 del Novecento. Con convenzione del 30 giugno 1899, ratificata con regio decreto n. 502 del 19 luglio, l’Archivio di Stato ricevette in deposito dall’amministrazione comunale di Mantova gli atti anteriori al 1787, compreso il prezioso Archivio Gonzaga. La convenzione stabilì che il deposito sarebbe stato revocato solo in caso di soppressione dell’Archivio di Stato.

La sede

L'Archivio di Stato di Mantova è ospitato nell'ex collegio e convento dei Gesuiti, complesso che comprende anche la torre dei Gambulini e la chiesa della SS. Trinità, ora adibita a deposito principale. Istituito nel 1868, due anni dopo la definitiva annessione di Mantova al Regno d’Italia, ebbe sede nel Palazzo Ducale e fu trasferito nel Palazzo degli Studi nel 1883. In quell’occasione un’ala del complesso fu ristrutturata per ospitarvi i depositi e gli uffici. A partire dal 1993 fu realizzato un radicale intervento di restauro e recupero funzionale della sede, per un importo complessivo di oltre nove milioni di euro. Il progetto fu eseguito per lotti successivi, sulla base dei finanziamenti accordati dal Ministero secondo i piani di spesa.
I lavori riguardarono rispettivamente: la navata centrale della chiesa (1994-1996), diventata deposito principale, organizzato su sei piani di scaffalature metalliche autoportanti, provvisti di impianti di rivelazione fumi, spegnimento automatico, climatizzazione; i locali al piano terra per i servizi al pubblico, inaugurati nel 2000, con la sala studio e i laboratori di fotoriproduzione (in quell’occasione fu restaurato anche un affresco scoperto durante i lavori, al piano terra, in corrispondenza del civico numero 9 di Via Ardigò, grazie all'intervento dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e del Soroptimist Club di Mantova); l’ingresso principale al numero civico 11 di Via Ardigò, inaugurato nel 2002; il restauro della sacrestia, diventata sala mostre e conferenze, e dei relativi locali di accesso da Via Dottrina Cristiana 4, il cui completamento si concluse nel 2006



Ultimo aggiornamento: 20/09/2024